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Boicottaggio Mondadori: Nencini e Scalfari dicono no

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Riccardo Nencini

”Mi assocerei volentieri alla posizione di Mancuso se Mondadori censurasse gli autori che pubblica. Cosa che mi pare non sia mai avvenuta fino ad oggi” questa la dichiarazione rilasciata all’’agenzia di stampa Asca idue giorni fa dallo storico Riccardo Nencini, autore di numerosi romanzi e segretario nazionale del PSI.

Dopo la questione morale sollevata dal teologo Vito Mancuso, il premio Bancarella nel 1999 con “Il Giallo e il Rosa”, Nencini ha voluto sottolineare che la casa editrice di Segrate rappresenta ”una delle eccellenze dell’editoria italiana, con un catalogo impareggiabile e un alto profilo di professionalità, garantendo da sempre la massima libertà ai suoi autori”.

E in effetti titoli in catalogo, le collane, dimostrano con i fatti come boicottare Mondadori di fatto sarebbe privarsi di titoli e firme eccellenti che hanno gridato denunce e sollevato scomode verità proprio grazie alla pubblicazione con Mondadori.

Nencini ha aggiunto: ”pubblicherei molto volentieri per Mondadori”. Secondo lo scrittore e storico, ”la vicenda ripropone piuttosto una pesante anomalia della cultura italiana, rappresentata dagli scrittori-militanti di sinistra, dai ‘furbetti da salottino’, interpreti autoreferenziali dell’unica ideologia prodotta nel nostro Paese negli ultimi quindici anni: quella contra personam, che senza Berlusconi non avrebbe piu’ nulla da dire. A tutto questo e’ giunto il tempo di dire basta”.

Eugenio Scalfari

Anche il fondatore del quotidiano La Repubblica Eugenio Scalfari in questi giorni ha espresso parere contrario a un boicottaggio a Mondadori. E lo ha fatto attraverso un lungo editoriale in otto punti dove spiega perchè non aderirà al’appello del teologo Mancuso. Ecco un estratto del suo editoriale:

Il conflitto di interessi di Berlusconi è un’anomalia che – in queste proporzioni – esiste soltanto in Italia. Si combatte eliminando l’anomalia, cioè si combatte politicamente. Lo sciopero degli autori, degli operatori televisivi e, perché no, quello dei lettori o dei telespettatori non sono armi facilmente realizzabili. Si possono determinare casi personali come quello di Roberto

Saviano, insultato da Berlusconi e da sua figlia Marina con giudizi offensivi sul suo libro «Gomorra» ancorché pubblicato dalla Mondadori. Ma si tratta di casi personali che l’interessato risolve come ritiene più opportuno. L’importante è che le idee possano circolare liberamente senza condizionamenti o ricatti. Questa è la ragione della nostra battaglia contro la legge-bavaglio.

fonti: Asca.it, la Rete

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